Risparmio economico
L’auto diverrà magicamente più economica: minor consumo di carburante legato alle rigenerazioni ed allungamento della manutenzione programmata. Per i sistemi con additivi, questo non verrà più consumato.
Nozioni di funzionamento.
Il filtro antiparticolato, conosciuto anche come FAP – DPF, è stato introdotto sulle auto Diesel a partire dal 2000 dal gruppo PSA (Peugeot – Citroen) col nome commerciale di FAP. Il sistema FAP brevettato dal gruppo PSA prevede che, per la fase di rigenerazione, venga aggiunta al gasolio una sostanze denominata “cerina” a base di ossido di cerio, che ha la funzione di aiutare a bruciare la fuliggine formata dal PM10, a temperature più basse. Il sistema DPF invece, adottato da molte altre case a causa del brevetto legato al sistema FAP, non prevede l’aggiunta di additivi e quindi effettua le rigenerazioni a temperature più alte.
Cosa succede dopo una rigenerazione.
Il gasolio iniettato nella fase di post-combustione e che serve a riscaldare il filtro antiparticolato, rimanendo incombusto cola lungo le pareti dei cilindri finendo così nella coppa dell’olio. Così facendo l’olio presente nel motore viene diluito, perdendo così le caratteristiche lubrificanti iniziali ed in più ne aumenta la quantità presente nel circuito. E’ facile capire che, quando si arriva a questo punto, è necessario sostituire l’olio motore anche se ancora non si è giunti alla scadenza dell’intervento previsto di manutenzione. Il materiale contenuto nel filtro, a causa delle continue rigenerazioni, tende poi a deteriorarsi rendendo le rigenerazioni sempre più difficili e meno efficienti. Anche il motore col passare dei chilometri diventa meno efficiente e quindi aumenta la fumosità, con conseguente intasamento precoce del filtro che richiede rigenerazioni sempre più frequenti e, come conseguenza, si avvicinano gli intervalli del cambio olio. Se poi l’auto viene guidata prevalentemente in città, il sistema fatica ad andare in rigenerazione a causa delle basse velocità e dei brevi tragittie con conseguenti problemi, anomalie e cambi olio frequenti come sopra, con il rischio anche di procurare rotture meccaniche con spese ingenti di riparazione. Oltre l’aumento delle spese per la continua manutenzione, si aggiunge anche quella che alcuni studi definiscono la beffa: le rigenerazioni bruciano il PM10 (particelle abbastanza grandi) producendo però PM 2,5 e PM 0,5 che sono chiamate polveri sottilissime. Queste se respirate non si fermano all’inizio delle vie respiratorie, come accade per il PM10 ma, bensì penetrano più in profondità nelle vie respiratorie con serie conseguenze per la salute.
Eliminare il filtro antiparticolato dalla centralina motore è la soluzione definitiva per porre rimedio a tutti i disagi che abbiamo analizzato prima. Il ciclo di funzionamento del “sistema filtro antiparticolato”, è scritto all’interno del software che gestisce la centralina motore. Riscrivendo tale software è possibile escluderne il funzionamento.
Infatti, una volta riprogrammata la centralina motore, è necessario rimuovere fisicamente il filtro antiparticolato.
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